VENETO E VELENI: COME VOLEVASI DIMOSTRARE!

COMUNICATO SINISTRA ITALIANA VENETO

Gli ispettori dell'ONU hanno messo il timbro sulle denunce che cittadini/e, associazioni e anche Sinistra Italiana hanno esposto per anni: il Veneto non è una regione esente da veleni.


Già dal 2013 partirono le azioni dei cittadini del vicentino allarmati da dati ambientali e sanitari confermati negli anni dal drammatico livello di inquinanti da Pfas nelle acque e negli organismi. Ritardi, inerzie, sottovalutazioni, omissioni hanno prodotto l'avvelenamento del sangue di centinaia di migliaia di persone, l'inquinamento irreversibile di una falda acquifera tra le più grandi d’Italia, la presenza di sostanze tossiche e cancerogene in fiumi e canali che si sono riversate poi nei prodotti alimentari, distribuiti e consumati in tutta la Regione. Se si è provveduto a evitare che le popolazioni bevessero acqua tossica, questo è avvenuto con colpevole ritardo della Regione.


Ancora più lunga, e conosciuta, la vicenda dei fanghi di Porto Marghera, la cui pericolosità è avvalorata dalla richiesta dell'ONU di monitorare lo stato di salute della popolazione. Ancora una volta: da quanto tempo c'erano gli allarmi dei cittadini e delle associazioni? Tutte ignorate da un Governo regionale attento solo a proclamare che tutto andava bene.


Infine, il fiore all'occhiello del presidente della regione Zaia: il prosecco. Altro che Unesco! C'è ampio motivo per bocciare sia l'estensione dei vigneti che hanno ormai cancellato la biodiversità agricola prima esistente sia l'aggravarsi del pericolo per la stabilità dei suoli. Tutto previsto e denunciato, ma inutilmente: Zaia voleva vantarsi di produzioni di qualità che si rivelano (e non da adesso) micidiali per la salute delle popolazioni.


Cosa fare ora? Cominciamo con le dimissioni dell'Assessore Regionale all'Ambiente.


Nessuna impunità per i responsabili di un Veneto lontano mille miglia dalla salute ambientale.

 

Sinistra Italiana del Veneto




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