COMUNICATO SINISTRA ITALIANA VERONA
Il ministro Cingolani aveva avviato la kermesse
del nucleare, è seguita la decisione della Commissione della UE e a questa si è
immediatamente accodato Salvini (e non solo).
In ballo, secondo il "caporale" della Lega,
ci sarebbe lo sviluppo dell'Italia, chiama in ballo l'aumento delle bollette e,
voilà, il pericolo per le tasche degli italiani sparirebbe di colpo con il
nucleare.
È l'ennesima conferma che Salvini (e suoi adepti) o
non sanno quel che dicono oppure, cosa più probabile, lo sanno e fingono di crederci
per ingannare gli italiani.
Il nucleare già negli anni '80 era stato dichiarato
tecnologia costosa e rischiosa. Gli
italiani se ne accorsero quando nel 1987 lo bocciarono con un clamoroso
referendum. E lo ribadirono nel 2011 quando Berlusconi abboccò alla proposta di
Sarkozy di rifilargli i bidoni francesi e gli italiani dissero ancora di No. Lo
è ancora di più oggi alla luce dei costi: tre volte di più del progetto e dei
ritardi (12 anni) di realizzazione della centrale di Olkiluoto in Finlandia
(sempre vecchia tecnologia francese). Questa sarebbe la terza generazione, la
più avanzata, che Salvini (ma anche Cingolani) vorrebbe poi superare con la
quarta generazione. Un sistema questo che è allo studio da più di venti anni
e non riesce a decollare per l'impossibilità di miglioramenti se non
ingegneristici. Altro che "sicurezza intrinseca" tanto
sbandierata, nucleare “piccolo e sicuro”, fusione “come per le stelle”.
Ma la gang del nucleare sfugge alla domanda immediata:
come fa il nucleare con i suoi tempi decennali di realizzazione a risolvere
il problema immediato delle bollette?
E se vogliamo abbassare le bollette, perché non
cominciamo a cancellare gli oneri della produzione e della dismissione delle
quattro centrali italiane che hanno smesso di funzionare 33 anni fa, ma i cui
costi sono ancora presenti in bolletta (dal 2010 al 2020 3,7 miliardi pagati
dagli italiani)?
Si usano falsità per ingannare la gente e far passare
il messaggio reale, e segreto.
Agitando il nucleare si ritarda la diffusione delle
fonti rinnovabili, si dirottano i finanziamenti europei e si aprono le porte ai
combustibili fossili.
Questa la strategia dell'ENI, principale responsabile
dei ritardi energetici dell'Italia. E all'ENI fanno da megafono Salvini,
Cingolani e co. ben contenti di aprire la strada a decenni di dipendenza dal
gas e di decretare la fine del contenimento dei consumi, nemico degli
interessi aziendali a vendere sempre di più.
Le piroette di
Salvini prevedono anche di tacere sui rischi sempre presenti dello smaltimento
delle scorie, un problema ancora irrisolto in Italia dal 1987. Su questi rischi
aveva brandito lo spadone di Alberto da Giussano quando furono individuati i
possibili siti di deposito delle scorie. Lo farà anche adesso che propone di
costruire centrali? E se proporrà a Sboarina e soci di riconvertire Ca' del Bue
a deposito nucleare riceverà una risposta entusiasta? I leghisti di Verona ne
saranno felici.
Verona, 9 Gennaio
2022
Sinistra Italiana di Verona
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