La scelta di CGIL e UIL di proclamare lo sciopero generale è coraggiosa e giusta

COMUNICATO DI SINISTRA ITALIANA REGIONALE VENETO

In parlamento siamo l’unico partito a sostenere le ragioni dello sciopero nonostante il nostro appello a tutti i progressisti a schierarsi.

Il nostro comune compito è far crescere gli stipendi, difendere i più deboli e combattere le diseguaglianze per dare un futuro ai giovani.


Scuola, lavoro, casa, sanità, ambiente, pensioni sono la materia viva di una legge di Bilancio che avrebbe dovuto iniziare a invertire la rotta di un paese ferito dalle disuguaglianze, facendo buon uso del fiume di miliardi europei, anziché replicare un copione già visto di finanziamenti a pioggia, secondo i desideri dei partiti di questa anomala maggioranza di unità nazionale.


Nel nostro Paese i salari sono i più bassi e l’orario di lavoro il più lungo, la disoccupazione e la precarietà di vita e di lavoro fuori controllo, un numero spaventoso di infortuni mortali e di malattie professionali, il lavoro nero e schiavizzato senza contrasto, i diritti sociali e civili arretrano, le pensioni sono considerate un lusso e non un diritto, cosa ingiusta e offensiva per chi ha lavorato una vita, 41 anni di contributi devono bastare! Il nostro territorio è saccheggiato dalle continue speculazioni, l’inquinamento è a livello di guardia, l’utilizzo delle energie da fonti fossili non si ridurrà in tempi utili. La transizione ecologica e ambientale non trova concretezza.

Sul fisco una proposta di controriforma regressiva che riduce il numero delle aliquote e niente dà a lavoratori e pensionati poveri, in spregio alla progressività sancita dalla nostra Carta costituzionale. Il tentativo di Draghi di proporre un punto di mediazione escludendo per un anno dal beneficio fiscale i redditi superiori a 75 mila euro è stato messo in minoranza dai partiti del suo governo: questo vuol dire che la maggioranza che lo sostiene non sa come si vive con 20/30 mila euro all’anno. Non andavano ridotte le aliquote, ma allargata la base imponibile dell’IRPEF e accentuata la progressività del sistema. Con il mancato gettito che si verificherà a partire dal prossimo anno, si otterrà l’opposto del bisogno di Stato e di protezione sociale che ci consegna la pandemia niente affatto domata.


La nostra proposta di legge di iniziativa popolare ‘NEXT GENERATION TAX’ per una patrimoniale sulle grandi ricchezze per ridurre le tasse al ceto medio e investire sulle giovani generazioni vuole invertire questa direzione.


La prospettiva nella quale si colloca la legge di bilancio non ha come obiettivo il cambiamento ma la conservazione, il mantenimento degli attuali rapporti di potere e di forza tra le classi, senza una vera redistribuzione della ricchezza, al massimo l’elemosina. I/le lavoratori/trici e i/le pensionati/e versano oltre il 90% dell’IRPEF: non aver tenuto conto delle richieste di chi li rappresenta è un errore e dimostra la lontananza di certa politica dalla realtà sociale del paese.


Per questi motivi saremo al fianco di CGIL e UIL in questa vertenza che sicuramente non finirà con la legge di Bilancio.

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