Lettera aperta di Sinistra Italiana di Verona e del Veneto
Ai Parlamentari del Veneto
Al Presidente della Giunta Regionale
All’Assessore Regionale al Lavoro
Ai Consiglieri Regionali
Ai Presidenti delle Province venete
Al Sindaco della Città Metropolitana di
Venezia
e p.c. ai Sindacati Veneti
La questione del lavoro nero e degli infortuni sul lavoro è nota da molti anni, rilevabile nei dati statistici, spesso conosciuta a vista da moltissime persone comuni, eppure il fenomeno continua a prosperare, con azioni di contrasto che appena marginalmente lo scalfigge.
A
impedirci di volgere il capo da un’altra parte è un recente studio della Cgia
di Mestre che, sulla base di una elaborazione di dati Istat, segnala, ancora
una volta, che il lavoro sommerso, "nero", in Italia coinvolge
3.263.200 lavoratrici e lavoratori, produce 78,01 miliardi di euro, pari al
5,10% del valore aggiunto nazionale complessivo.
Per
quanto riguarda il Veneto
a lavorare in nero sarebbero 197.600 (quasi l'intera città di Padova compresi i
neonati) producendo 5,382 miliardi di euro pari al 3,8% del valore aggiunto
regionale prodotto complessivamente.
Sarebbero
così tanti i costretti a lavorare irregolarmente, a doversi recare nei campi,
nelle aziende, nei cantieri edili e nelle abitazioni delle famiglie senza
contratto alcuno, determinando una evasione contributiva nei confronti dell'
Inps enorme e un danno erariale assai pesante.
La
situazione di irregolarità cambia da regione a regione e l'incidenza del valore
aggiunto nella clandestinità varia dal circa 4% nelle regioni del nord al circa
7%-8,50% in quelle del sud.
È
tempo di aprire una vera e propria lotta organizzata di contrasto allo
sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori e alla piena regolarizzazione
del lavoro, fatto di
doveri e diritti ed impedendo evasioni contributive ed erariali enormi.
Per
agire in modo sistematico ed efficace è prioritario definire, in modo
permanente, un coordinamento operativo che abbia al centro le attività di
scambio di dati ed informazioni tra le organizzazioni preposte, attraverso tavoli
specifici (magari nelle sedi della Prefettura), coinvolgendo le stesse
organizzazioni sindacali.
Risvolto
drammatico di questo
fenomeno, sempre secondo lo studio della Cgia di Mestre, è che in questo
contesto avvengono non pochi degli incidenti nei luoghi di lavoro, troppe volte
mortali.
Va tenuto a mente l’art. 9. Dello
Statuto dei lavoratori - “Tutela della salute e dell'integrità fisica”:
“I lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno diritto di controllare l'applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l'elaborazione e l'attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica”.
Né va dimenticato che nasce un anno
dopo a Verona l’Istituto di Medicina del Lavoro del Policlinico di Borgo Roma.
La Legge 23 dicembre 1978, n. 833 "Istituzione del servizio sanitario nazionale" (cosiddetta Legge di Riforma Sanitaria), all’art. 2 sottolinea che la salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità” va tutelata mediante “ la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro”.
Occorre
mettere in atto tutte le iniziative idonee ed utili per contrastare questo
illegale, incivile ed incostituzionale fenomeno che sembra
prosperare e svilupparsi continuamente.
Secondo
i dati Spisal in Veneto nel 2017 ci sono stati 8658 infortuni “gravi”
(come tristemente noto, il Veneto occupa sempre le primissime posizioni nelle
rilevazioni nazionali relative a infortuni e morti sui luoghi di lavoro). Per
garantire lo svolgimento delle indagini su tutti gli infortuni “gravi” (come è
obbligatorio per legge ex art. 590 del Codice Penale) sarebbero necessari 648
Tecnici della Prevenzione, ma essi sono attualmente solo 144. Le aziende
ispezionate nell’edilizia sono il 12%, i comparti non edili e agricoli risultano
molto sacrificati (anche se certo non privi di rischi: metalmeccanica, chimica,
marmo, legno, logistica...) con aziende ispezionate tra l’1 e il 2%.
L’inadeguatezza
degli organici e il numero altissimo di aziende inducono a interventi veloci e
superficiali, inutili ai fini della prevenzione, senza che se ne possa
accertare nessuna responsabilità e, soprattutto, senza che si possa individuare
(e prescrivere) indicazioni per evitare infortuni in futuro.
L’allargamento
degli organici va
assunto come prioritario anche perché l’ILO (International Labour Office)
afferma che l’80% delle morti collegate al lavoro sono attribuibili a malattia
e il 20% ad infortuni e le indagini su nocività/malattie professionali restano
marginali.
In
questo senso, anche il Piano di Ripresa e Resilienza può e deve
prevedere risorse anche in merito alla prevenzione e sicurezza nel mondo del
lavoro, integrando anche risorse umane oltre che tecniche.
Va
perseguito l’accorpamento delle competenze in materia di salute e
sicurezza sul lavoro in un unico ente: ULSS o Ispettorato del Lavoro o INAIL.
Oppure istituire una nuova Agenzia Nazionale.
Vanno
definite e perseguite “Strategie e indicatori di attività SPISAL”
(obiettivo: efficacia, non solo efficienza).
Va
ridefinita la formazione dei Tecnici della Prevenzione (attualmente
incardinata nelle facoltà di Medicina e Chirurgia, in quanto “professione
sanitaria”).
Alle
SS.LL. va la richiesta di Sinistra Italiana di Verona e del Veneto di
affrontare questi problemi per quanto di competenza confidando in un Loro immediato
ed efficace impegno.
Sinistra Italiana di Verona e del Veneto
MODALITÀ PER FIRMARE LA PROPOSTA DI PATRIMONIALE SULLE GRANDI RICCHEZZE PRESSO LE SEDI COMUNALI E CIRCOSCRIZIONALI DI VERONA
COME
I/le cittadini/e per la sottoscrizione del progetto di legge devono essere muniti di documento di identità o altro valido documento di riconoscimento. Possono firmare sia i/le residenti nel Comune di Verona che i/le non residenti.
DOVE
È possibile sottoscrivere il progetto di legge presso:
• Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) - Via Adigetto, 10 - Verona
• Sedi delle otto Circoscrizioni comunali di Verona
MODALITÀ
I/le cittadini/e che intendono sottoscrivere devono prendere appuntamento contattando telefonicamente l'URP oppure una Circoscrizione (indipendentemente dall’indirizzo di residenza). Di seguito indirizzi e numeri telefonici.
INDIRIZZI E NUMERI DI TELEFONO
URP (Via Adigetto, 10 - Verona): numero verde 800202525 oppure 045 8077500
1° Circoscrizione (Piazza Mura Gallieno, 3 - Verona): 045 8078916
2° Circoscrizione (Piazza Righetti, 1 - Verona): 045 8379635
3° Circoscrizione (Via Sogare, 3 - Verona): 045 8492326
4° Circoscrizione (Via Tevere, 38 - Verona): 045 950733
5° Circoscrizione (Via Benedetti, 77 - Verona): 045 8282511
6° Circoscrizione (Via Zagata, 2 - Verona): 045 521667
7° Circoscrizione (Piazza del Popolo, 15 - Verona): 045 8951211
8° Circoscrizione (Via Valpantena, 40 - Verona): 045 550899
I/le cittadini/e posso anche inviare una mail con indicato il proprio numero di telefono per essere richiamati:
URP: urp@comune.verona.it
1° Circoscrizione: circoscrizione1@comune.verona.it
2° Circoscrizione: circoscrizione2@comune.verona.it
3° Circoscrizione: circoscrizione3@comune.verona.it
4° Circoscrizione: circoscrizione4@comune.verona.it
5° Circoscrizione: circoscrizione5@comune.verona.it
6° Circoscrizione: circoscrizione6@comune.verona.it
7° Circoscrizione: circoscrizione7@comune.verona.it
8° Circoscrizione: circoscrizione8@comune.verona.it
NB: Oltre alla possibilità di sottoscrivere la proposta nelle sedi comunali e circoscrizionali, su questo Blog, sulla nostra newsletter e sulla Pagina Facebook di Sinistra Italiana Verona troverete anche tutte le indicazioni per firmare presso i nostri banchetti nelle piazze e mercati. Per ulteriori informazioni, scrivere a selcomunica@gmail.com
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