Lega, politiche contro i migranti ma anche contro gli autoctoni

 


Aveva già fatto il suo bel figurone Federico Sboarina, sindaco di Verona, quando, alla fine di maggio (il 24 fatidico) di quest' anno, ha attaccato, con sdegno ed ira, la ministra dell'Interno Lamorgese dichiarando che "non era in grado di difendere i confini nazionali e che Verona non sarebbe diventata zona franca per i migranti clandestini".

Poi, seppur con qualche difficoltà, gli hanno spiegato che il bando della Prefettura, su impulso del Ministero, chiedeva la disponibilità di 1200 posti letto per altrettanti migranti che qui sono da tempo accolti, a norma di legge. L'equivoco in cui era andato incontro il distratto sindaco era presto spiegato. Il bando con il quale sono stati assegnati nel 2019 agli operatori di competenza è scaduto, si tratta di rinnovarlo, precisando che quello del 2019 era riferito a 1900 persone, ma essendo diminuite le presenze dei migranti aventi diritto, ora il bando è per soli 1200 posti per tutta la provincia veronese, ben 700 in meno. La Lega poteva stare zitta? Correggendo la gaffe del sindaco anche il consigliere comunale e parlamentare  Comencini dichiarò la sua: "Il nuovo bando, emesso nei giorni scorsi dalla prefettura per i migranti già presenti oggi sul territorio veronese, non sia l'anticamera per nuovi arrivi di profughi a Verona". Per bacco!!!

Ma non poteva bastare, ora che Sboarina è diventato ufficialmente meloniano, la Lega sui migranti vuole primeggiare: con il suo responsabile degli Enti locali, Marco Franzoni, sindaco di Cerea, invia un appello ai proprietari di immobili sfitti con il quale li invita, a pochi giorni dalla scadenza del bando, a non cedere alle lusinghe di una legittima retribuzione. In pratica propone loro di non assecondare le richieste di chi opera nell'ospitalità ai migranti aventi diritto, insomma, non siano dati in vendita o in affitto immobili che hanno la finalità legale di dare un letto ed un tetto a persone provenienti da fuori Italia, magari da zone di guerra o  gravate da condizioni disumane. In più afferma, su L'arena del 24 giugno c.a., che a lui, sindaco di Cerea, "si sono rivolti operatori in cerca di aiuto per trovare alloggi idonei", proprio per questo si appella agli amministratori, soprattutto leghisti, affinché non si prestino ad aiutare chi sta cercando casa per i migranti! Si rinunci ad un legittimo beneficio (in danaro) pur di non assecondare un legittimo diritto alla casa, se si tratta di migranti.

Ma va precisato che da quando governa il centro destra a Verona, con una significativa presenza leghista con le sue varianti, non esiste diritto alla casa né per migranti, né per autoctoni. Pensiamo all' Agec, che non ha avuto nemmeno i soldi per l'ordinaria manutenzione delle case fatiscenti in sua dotazione (oberata dall'acquisto forzato dal Comune delle farmacie municipali) e alle politiche regionali per la casa, cioè nulla. La Regione di Zaia continua a far costruire ovunque nuovi edifici in deroga alla sua legge, quella per evitare ulteriore consumo di suolo verde. Così il Veneto e Verona in particolare, si trasformano in un territorio di case senza persone e di persone senza casa.

Le persone, quelle più deboli, che siano migranti o che siano del posto, con la Lega il diritto alla casa lo vedono con il binocolo.

 

Verona, 25 Giugno 2021

  

Per Sinistra Italiana di Verona: Michela Faccioli, Giorgio Gabanizza

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