BUON COMPLEANNO! Sebastiano Saglimbeni compie 89 anni e si avvia verso traguardi di vita ambiziosi

 

Tanti auguri al docente, poeta, saggista, editore, narratore, traduttore, giornalista, Sebastiano Saglimbeni, con il quale da tempo condividiamo amicizia e comuni passioni politiche, etiche, civili e culturali.

Sebastiano Saglimbeni è nato a Limina, in provincia di Messina, l'11 aprile del 1932, quindi oggi compie 89 anni, avviandosi a percorrere, intanto, il novantesimo anno di età. Ha scritto per una vita e, da quanto  leggiamo della sua nuova produzione letteraria, dobbiamo pensare che continuerà a scrivere molto ancora. 

In occasione del suo compleanno è forse utile ricordare quanto lavoro culturale ha prodotto.

Le sue molteplici attività testimoniano la sua grande capacità creativa, non si è certo risparmiato,  docente di lettere, poeta, narratore, saggista, traduttore, editore (con la sua casa editrice "Edizioni del paniere", ha pubblicato circa cento titoli, da Saffo a G. Ritzos, a C. Baudelaire a W. Whitman, ecc., ha editato e diretto la rivista culturale "Mondo Nuovissimo" per molti anni con prestigiose collaborazioni del calibro di Giorgio Saviane, Giovanni Comisso, Michele Prisco, ecc.), giornalista  pubblicista (ha collaborato con La Gazzetta del Sud, L'Ora di Palermo, La Gazzetta di Mantova, L'Arena e molti altri periodici, per alcuni dei quali ancora scrive). 

La passione per la  poesia e per la narrativa nasce presto, a 18 anni scrive le sue prime liriche. Nel 1961 ad Ancona viene pubblicata  una silloge di sue liriche  "E non ho pianto". Nel 1965 esce un'altra raccolta di poesie dal titolo "I Martiri hanno l'acqua in bocca/ Le favole e la guerra" con prefazioni di Franco Giacobbe e Giovanni Comisso. Successivamente nel 1969 esce, edito a Pordenone, "Resistenza alla terra gibbosa", dichiarato di "un realismo caustico ed aggressivo" e poi "Catàbasi e lezione di umiltà" edita  nel 1977 e riedita nel 1979 da Guanda con la prefazione di Paolo Volponi. Con questa silloge nel 1977 è tra i tre finalisti del premio Viareggio di Poesia, gli altri sono i poeti  Roberto Sanesi e Tommaso Landolfi che vince. Con la casa editrice Guanda pubblica, nel 1984, "La volta del libro" con l' introduzione  del poeta Roberto Sanesi. 

Da molto tempo Saglimbeni è studiato nelle scuole. E' stato inserito in alcune antologie scolastiche e tra queste, "Scuola aperta" della Nuova Italia curata da Carmelo Sambugar. 

Pubblica ancora  due nuove sillogi, nel 1990 "Chronicon" con prefazione di Giulio Galletto,  nel 2012 "Suavis domina" con prefazione di Mario Geymonat edita a Verona con QuiEdit e a Caracas con la casa editrice Editorial Melvin. Nel 2020 il sito della Associazione Concetto Marchesi gli pubblica altre due nuove raccolte poetiche, "Estremi bagliori del tramonto" e "Lamento e versi".
Pubblica anche prose con la casa editrice Pontenuovo di Bologna "I Domineddio" nel 1966 e nel 1973 il romanzo "La ferita del nord" con Guanda. 

La sua attività di saggista produce altre pubblicazioni, il saggio su Federico Garcia Lorca nel 1986 con la sua casa editrice, ristampato a Caracas nel 1988 dalla Editorial Melvin con illustrazioni di Ernesto Treccani, e poi "Larga Vina" nel 2004 e "Mal di caffè" nel 2005, entrambi con PianetaLibro Editori ed altri due con QuiEdit nel 2011, "In equum ascendere" e "Des Amis". A proposito di Saglimbeni , il giornalista e storico Guido Gerosa,  su Il Giorno del 24 agosto 1986, ha scritto, tra l'altro, che "...ha questo di straordinario: non è mai pago della sua ricerca, è innamorato della parola e dell'uomo, insegue la Storia e il Sogno", facendo riferimento al fondatore delle Edizioni del paniere, la sua casa editrice, con la quale ha pubblicato, come curatore, "L'epistolario dal carcere di Francesco Lo Sardo" e "I discorsi" pronunciati dal 1948 al 1957 alla Camera dei deputati dall'umanista Concetto Marchesi. Particolare successo ha ottenuto la sua attività di traduttore. Nel 1994 Newton Compton gli pubblica le traduzioni di "Le Bucoliche" di Virgilio e nel 1996 "Le favole" di Fedro che vengono rieditate molte volte, anche recentemente. Traduce nel 2002 per l'Associazione Concetto Marchesi editore  "Le Georgiche" di Virgilio,  pubblicate in sole 500 copie numerate. Nel 2013 traduce versi scelti tra i sei libri del "De rerum natura" di Lucrezio, per la Biblioteca Cavallaro. Il sito della Associazione Concetto Marchesi ha inserito recentemente la sua traduzione (durata molti anni) dei 12 libri dell' Eneide.
Tralasciando molte sue collaborazioni con periodici letterari, partecipazioni a raccolte poetiche, scritti su giornali e riviste, va ricordato che moltissimi hanno scritto di lui, tra questi, a parte quelli sopra citati, Giulio Nascimbeni, Ugo Ronfani, Giovanni Sarubbi e il premio Nobel, Salvatore Quasimodo.
Sebastiano Saglimbeni, partito dalla sua Sicilia, dopo essere stato a Treviso e a Pordenone, è approdato a Verona nel 1968 da dove non si è più mosso, a parte una parentesi di cinque anni a Milano. "Verona mi ha accolto bene e mi ha donato amicizie", così dice, e sono ancora  in molti a salutarlo e fermarlo per strada con molto rispetto e considerazione. Alla domanda che cosa abbia voluto rappresentare con la sua molteplice produzione letteraria risponde prontamente: "sono una testimonianza della cultura contadina delle mie terre sicule da cui provengo". In qualche modo si avverte, ma non vi è dubbio che è anche erede della grande cultura classica della Magna Grecia in cui è cresciuto e di cui si è alimentato con i suoi studi di una vita, ed è espressione di quell'affascinante crogiolo di culture mediterranee che è la Sicilia, inoltre, ha saputo cogliere parte del patrimonio conoscitivo e creativo di dove ha vissuto al nord. 

Nel giorno del suo ottantanovesimo compleanno gli auguriamo ogni bene e soprattutto che continui a produrre gemme del suo sapere letterario e ci regali nuove emozioni con la sua attività creativa.

Buon compleanno, compagno Sebastiano!

Giorgio Gabanizza 
anche a nome delle compagne e dei compagni di Sinistra Italiana di Verona

Verona 11.04.2021


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