VERONA E LA MANCANZA DI UNA STRATEGIA REALE OGGI PIU’ CHE MAI NECESSARIA

 


Le analisi di Veneto Lavoro sulla situazione occupazionale nel Veneto e nella provincia di Verona evidenziano dati preoccupanti in tutti i settori. Nella nostra regione, l’effetto della pandemia nel corso del 2020 ha comportato una riduzione del saldo occupazionale pari a -11.400 posizioni di lavoro dipendente, quando l’anno precedente il saldo era stato positivo per +26.500. Tale flessione occupazionale inoltre si è concentrata soprattutto nei servizi turistici (-14.800 posizioni di lavoro).

Verona, che vive principalmente di commercio, turismo, cultura, fiere e spettacolo oggi sta vivendo una situazione drammatica anche dal punto di vista politico-amministrativo, che si esplicita nelle modalità in cui Regione e Comune stanno affrontando questa situazione di emergenza.

Non sono mancati, certo, negli ultimi mesi, i comunicati stampa populisti e fini a se stessi da parte di Lega, Fratelli di Italia e della destra che denunciavano la mancanza di fondi pubblici proprio sul tema del commercio, del turismo, della fiera, del turismo e di quei settori oggi veramente in piena crisi. Ma, al contempo, quei partiti che continuano ad “abbaiare” alla pancia delle persone sono gli stessi che governano la nostra regione e amministrano la nostra città in modo assolutamente irresponsabile e con priorità che non rispecchiano la gravità della situazione economico-lavorativa (ricordiamo, ad esempio, la delibera di Giunta n. 391 per non accogliere nei dormitori persone con permesso di soggiorno regolare per richiedenti asilo e la scelta di togliere la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano).

Nel comparto fieristico, del turismo e non solo oggi vi è una oggettiva de-responsabilizzazione delle forze politiche che governano la nostra città e regione: non vogliono prendersi le proprie responsabilità sui problemi macro del nostro territorio. Sono questioni che evidenziano da un lato una mancanza di fondi, che tutti noi stiamo aspettando, e dall’altro l’assenza di un piano strategico di rilancio del territorio e dei settori economici che amministrano.

Soltanto Veronafiere S.p.A., che porta un indotto cittadino di circa un miliardo di euro, ha come soci pubblici il Comune di Verona (socio di maggioranza con il 39,4%), la Camera di Commercio di Verona, la Regione Veneto, con Veneto Agricoltura e la Provincia di Verona, e che insieme rappresentano più del 57% del gruppo. Oggi la Fiera di Verona sta affrontando un momento delicatissimo perché in attesa proprio di una sua ricapitalizzazione societaria al fine di un piano industriale di rilancio per i prossimi anni. A tal proposito ci chiediamo se gli stessi enti pubblici che la detengono per più del 57% si vogliano prendere le loro responsabilità nel rilanciare, in trasparenza pubblica, un comparto fondamentale per la città e la provincia di Verona.

Altrove questa strada è stata seguita. In Emilia-Romagna, ad esempio, nella nostra stessa situazione di contesto pandemico e di crisi, la Fiera di Bologna, anch’essa costituita in parte da soci pubblici, oggi sta affrontando una difficilissima fusione con Rimini e Vicenza, ma la Regione Emiliana, a differenza di quella del Veneto, si sta impegnando nell’accrescere la propria partecipazione di capitale sociale nella società, sostenendo quindi il progetto industriale di sviluppo della nuova società, con l'obiettivo di realizzare un gruppo leader a livello nazionale e internazionale del settore fieristico. Non si sa ancora come andrà questa operazione, ma di certo la Regione Emilia-Romagna ha messo in campo uno sforzo e un impegno vero, tangibile, che rende ancor più desolante il vuoto di prospettiva che c’è da noi.

Quindi, ci chiediamo, oltre alla denuncia dei fondi, che siamo tutti in attesa che arrivino, c’è un piano trasversale di rilancio economico del/sul territorio? La Regione Veneto cosa sta facendo? Il Comune di Verona?

Oggi più che mai per risollevarsi da questa situazione di emergenza pandemica si è vista l'importanza di essere resilienti, ma la resilienza del presente è futile se manca un piano per il futuro, soprattutto a livello locale.

Oggi infatti, più che mai, serve un piano strategico reale che affronti il presente e il futuro.

Quello che non si fa oggi si pagherà soprattutto domani, con o senza fondi.

 

Verona, 4 Febbraio 2021

Sinistra Italiana - Verona

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