IL GIORNO DELLA MEMORIA, IL DOVERE DI NON DIMENTICARE IL PASSATO E NON ESSERE INDIFFERENTI AL PRESENTE
«Nell’odio nazista non c’è razionalità: è un odio che non è in noi, è fuori dell’uomo, è un frutto velenoso nato dal tronco funesto del fascismo, ma è fuori ed oltre il fascismo stesso. Non possiamo capirlo; ma possiamo e dobbiamo capire di dove nasce, e stare in guardia. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre». Primo Levi
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita nel 2000 dal Parlamento
italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare
il 27 gennaio come giornata di commemorazione delle vittime del
nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a
rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. Non possiamo
fare l'abitudine a quelle immagini viste tante volte: i forni crematori, i
cadaveri ammassati, gli esperimenti sui bambini, i sei milioni tra uomini,
donne e bambini sterminati, tre milioni soltanto in Polonia, dove sono
praticamente scomparsi. Ma anche 400.000 zingari, Rom e Sinti, Testimoni di
Geova, omosessuali, minorati, oppositori politici. E ancora 650.000 militari
prigionieri nei campi di lavoro forzato.
In emergenza pandemica uno dei migliori processi di elaborazione critica
che un paese può fare è ricordare il passato, per non dimenticarlo. Ricordare
il passato significa avere oggi la possibilità di far sì che quello che è
accaduto ieri non riaccada più. Oggi infatti a differenza di ieri molti di noi
possono avere accesso ad una informazione libera, e critica, ed esprimere
liberamente il proprio pensiero. Oggi abbiamo le basi di un'informazione, di
una conoscenza e di una coscienza collettiva che ci possono permettere una
maggior consapevolezza su quello che sono i nostri principi, e ideali,
democratici e antifascisti che hanno reso unica la nostra costituzione nel
mondo.
Una maggior conoscenza su quanto accaduto ieri, ma con coscienza, circa
soprattutto il non abbassare mai l’attenzione e la guardia sui molti episodi di
odio, razzismo, xenofobia, intolleranza, offesa dei diritti umani che ancora
oggi purtroppo minano il nostro vivere civile e democratico.
Ricordare, dunque, non solo per capire i pericoli e riconoscere le
ingiustizie, ma soprattutto per combatterle, in una grande coscienza collettiva
che unisca tutti noi cittadini e cittadine, in qualità di essere umani, nei
vincoli della solidarietà, della pace, dell'uguaglianza, della libertà e della
giustizia.
Come ultimo, in un'ottica di contestualizzazione, il nostro pensiero va
anche a loro: agli ultimi, a chi oggi non ha più diritti, i quali ad esempio
non lontano da noi, a poche centinaia di km, sono usurpati della propria
dignità umana.
Un pensiero infatti va ai molti rifugiati che nel confine croato, a quattro
ore da casa nostra, sono "alloggiati" in campi profughi di fortuna,
dove il vento, il freddo entrano nelle loro baracche fatte di carta e nailon,
dove non c'è cibo, acqua e nemmeno i servizi igienici. In questo confine oggi
continuano le azioni barbariche da parte della polizia croata al fine di poter
far prevalere il proprio potere. Oggi infatti in Croazia (paese Europeo)
molti uomini, donne e bambini sono torturati e buttati oltre confine, come
dei pacchi postali, senza più nulla, nemmeno le scarpe, senza poter far valere
il loro diritto alla protezione internazionale ed una via umanitaria. A queste
persone oggi è stata tolta qualsiasi dignità umana.
Verona, 25 Gennaio 2021
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