DEBITO PUBBLICO: CHIEDERE UN CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA' SOLO AI RICCHI (LETTERA ALL'ARENA DI GIORGIO GABANIZZA)

Di seguito la lettera di Giorgio Gabanizza, pubblicata nell'apposita sezione del quotidiano L'Arena del 26 Novembre 2020

Debito pubblico: chiedere un contributo di solidarietà solo ai ricchi

Una recente analisi del Global Wealth Report del Credit Suisse sulle persone e famiglie nel mondo che possiedono patrimoni finanziari segnala che in Italia sono 1.406.000 coloro che possiedono un patrimonio finanziario di oltre 1.000.000 di euro. In questa fase di crisi alcuni hanno aumentato il loro patrimonio e si ritiene che nel 2024 saranno in 2.000.000 a raggiungere e superare il milione di euro con il proprio patrimonio finanziario. Nella crisi c'è chi perde e chi si arricchisce, come è noto. 
I ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Il Rapporto AIPB-CENSIS  sul "private banking" mette in luce che tra gli oltre 1.500.000 italiani possessori di patrimoni finanziari consistenti c'è la disponibilità ad aiutare la ripresa economica, messa in difficoltà dal Sars-CoV-2. Il 75% è pronto a finanziare con capitali privati investimenti di lungo periodo e solo il 18% teme l'introduzione di una "patrimoniale". Gli altri no. Lo Stato dovrà fornire opportunità di investimento utile alla ripresa a questo 75%. E prima o poi si dovranno trovare le risorse per pagare il forte indebitamento necessario per far sopravvivere persone e imprese ai tempi del corona virus. L'ingiustizia più grande sarebbe quella di far pagare tutti allo stesso modo, gli impoveriti come gli arricchiti!
Le sirene di allarme contro la patrimoniale pretendono che siano messe le mani nelle tasche della stragrande maggioranza delle cittadine e dei cittadini che lavorano in modo subordinato o autonomo, in modo stabile o precario, assieme ai pensionati. E' questa maggioranza che procura il 90% delle entrate dello Stato. Ora basta, ha già dato e fin troppo. Sarebbe ora di pensare a ridistribuire in modo più equo il reddito prodotto, intanto si cerchi di prendere il danaro dove c'è ed in grande abbondanza, con una patrimoniale che prelevi un contributo di solidarietà a chi i meccanismi di questo "mercato" ha dato risorse a piene mani. Si potrebbe pensare a chi ha un patrimonio pari o superiore al milione, lasciando in pace tutti gli altri. Togliere 1.000 euro a chi ne possiede 1.000.000 o 10.000 a chi ne ha 10.000.000 non intacca in nessun modo  patrimoni cospicui che tali restano. Così non si toglie il pane dalla bocca dei milioni di sfortunati con retribuzioni incerte e da fame.

Giorgio Gabanizza, Verona

Commenti

Posta un commento