LA VIOLENZA DI MERCOLEDÌ SERA, IL COVID E LE TUTELE SOCIALI

 LA VIOLENZA DI MERCOLEDÌ SERA, IL COVID E LE TUTELE SOCIALI


Dopo il sit-in di Domenica sera, a Verona nella serata di Mercoledì si è svolta un’altra manifestazione, sicuramente più partecipata e composta da varie categorie. Ancora una volta, oggetto delle proteste erano i provvedimenti contenuti nel DPCM e il Governo stesso e, come già Mercoledì, il ruolo di guida è stato assunto da organizzazioni dichiaratamente fasciste, che a Verona sono libere (più che in altre città) di fare ciò che vogliono senza che l’Amministrazione comunale riesca o voglia arginarle. Questo, lo abbiamo già detto in altre occasioni e non ci stanchiamo di ripeterlo, non è casuale bensì esprime e riflette la composizione stessa delle forze politiche e sociali che partecipano (a vario titolo) al governo della città e che formano la classe dirigente che ci amministra.
La situazione in Italia e a livello globale è assolutamente straordinaria: mentre scriviamo, l’OMS diffonde la notizia che nel giro di appena due giorni in tutto il mondo si sono registrati un milione di casi di contagio, un dato preoccupante che da solo è in grado di spiegare la delicatezza del momento, con prospettive sul versante sanitario ignote e pericolose. L’Italia, in questa fase, non può perdere tempo: la curva dei contagi, come noto, sta registrando una vera e propria impennata, che può essere frenata solo con scelte tempestive, come sono certamente (nonostante alcuni legittimi dubbi su specifici punti; es. teatri e cinema) quelle messe in campo col DPCM (e non dissimili da quelle assunte in tutto il resto d’Europa).
Del resto, per avere un quadro più chiaro della situazione generale, occorrerebbe compiere anche una seria riflessione su quel che a livello regionale non è stato fatto durante i mesi estivi (e non solo): innanzitutto, è bene ricordare che i trasporti (nel caos anche in Veneto) e la gestione della sanità sono di competenza regionale. Durante l’estate, Zaia, impegnato nella sua campagna elettorale, non solo non ha predisposto alcun piano adeguato in tema di trasporto pubblico, ma ha anche trovato tempo e fiato per polemizzare con Crisanti sulla strategia da seguire (fino a “licenziare” il virologo e a proporre di fare i tamponi ai soli sintomatici, per coprire così le falle organizzative della sanità veneta) e ha, di fatto, sabotato la app Immuni.
D’altro canto, insieme ai problemi sanitari generati dalla pandemia ci sono le preoccupazioni per il futuro economico, particolarmente in quei settori che sono stati oggetto di chiusure. Sono preoccupazioni che, ovviamente, vanno assunte seriamente, mettendo in campo risorse e aiuti a tutela di tutti/e coloro che si trovino in una situazione di difficoltà: una delle prime grandi lezioni che questa pandemia ha consegnato al mondo è la piena consapevolezza che non esiste altra strada se non quella di uscirne insieme.
In questo senso, come noto, il Governo ha già approvato delle misure, tra cui: il rinnovo e il rifinanziamento della CIG (che è bene sia in ogni caso garantita fino a fine emergenza); l’indennità per i lavoratori e le lavoratrici stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo; il bonus per gli/le intermittenti dello sport; altre due mensilità di reddito di emergenza per chi lo aveva già percepito nella prima chiusura; per le attività economiche più colpite, ristori automatici superiori anche rispetto alle prime cifre stanziate (si arriva fino a quadruplicare l’assegno percepito durante il primo lockdown, impiegando in totale più di due miliardi solo per questa voce).
La macchina degli aiuti era già in funzione mentre i fascisti, come si è visto nei video che sono circolati sin da subito, si impegnavano nell’unica attività che a loro viene bene, ossia quella di devastare strade, piazze e anche le stesse attività economiche che fingevano di voler difendere. Una violenza grave che deve trovare una ferma condanna non solo a parole ma anche nei fatti: manifestazioni organizzate da movimenti fascisti non devono, mai e in nessun caso, trovare autorizzazione; le stesse persone e componenti sociali, non associabili a queste organizzazioni fasciste, che erano in piazza con loro dovrebbero far sentire la loro voce: la tutela della democrazia è una questione che riguarda qualunque cittadino/a, componente ed articolazione sociale in ogni momento storico, specialmente quelli più difficili.
In tutto ciò, noi di Sinistra Italiana siamo tenacemente impegnati/e ad ogni livello, da quello territoriale fino al Parlamento e al Governo, nella battaglia per rafforzare ed estendere queste misure sociali ad ogni persona si trovi in difficoltà: lavoratori e lavoratrici (anche in nero o in grigio), disoccupati/e, invisibili. Riteniamo, cioè, che si possa e si debba fare di più per assicurare, sempre e comunque, anche oltre la pandemia, una forma di sostegno al reddito che sia universale ed incondizionata. Una delle nostre proposte in questo senso, che condividiamo anche con una larga mobilitazione a livello europeo, è quella di istituire un reddito di base universale e incondizionato, che possa tutelare chiunque in ogni momento di difficoltà economica della vita, restituendo possibilità di scelta e libertà. Inoltre, è oggi più che mai necessario puntare sugli investimenti pubblici, a partire dalla riconversione ecologica del modello di produzione, di consumo, di trasporto: ne ricava un immediato vantaggio il pianeta e si generano senz’altro ricadute positive sull’occupazione, come la storia insegna.
Per fare tutto ciò, oltre alle risorse del Recovery Fund, si può seguire l’esempio della Spagna: introdurre una tassa patrimoniale su quell’1% di ricchissimi (ossia coloro che hanno un patrimonio superiore a 10 milioni di euro), che hanno continuato ad accumulare denaro anche in questi mesi.

Verona, 30 Ottobre 2020
Sinistra Italiana – Verona

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