ARSENALE, CASTEL SAN PIETRO: alcune proposte di Sinistra Italiana Verona

Finalmente per l'Arsenale si profilano usi diversi da quello ideato dalla precedente giunta. Si pensa di partire dal progetto Chipperfield che prevede di contenere, tra l'altro, il Museo di Storia naturale.
Fin dagli anni '80 era partito l'invito pressante di trasferire in un edificio più idoneo e capiente il Museo di Storia naturale, sacrificato negli esigui spazi di Palazzo Pompei (mq.3.682) e in quelli della Fondazione Zangheri di Palazzo Gobetti (mq.1.806), entrambi del tutto insufficienti per poter svolgere adeguatamente le varie attività che potrebbe ospitare: non solo l'esposizione delle collezioni, ma anche lo svolgimento di laboratori scientifici, di una didattica d'ampio respiro e di una biblioteca. A quel tempo venne individuato l'Arsenale come il complesso più adeguato a ospitare un rinnovato e riqualificato Museo di Storia naturale: era infatti evidente come dei suoi 16.882 mq, circa 10.000 mq sarebbero potuti essere utilizzati a tale scopo. Vennero dunque iniziate le pratiche di acquisizione dell'Arsenale, allora di proprietà dello Stato.

Quello che noi oggi chiediamo è che si dia avvio al progetto di restauro e recupero dell'Arsenale, con finalità museale. Gli oltre 6.000 mq ulteriormente disponibili potrebbero essere adibiti all'organizzazione di attività culturali (come quella teatrale) e aggregative - una proposta, già contenuta nel progetto di Chipperfield, è la creazione di una "città dei bambini". A tal fine suggeriamo di utilizzare innanzitutto le risorse accantonate (12/14 milioni), almeno per arrestare il degrado della struttura e per metterla in sicurezza. Per quanto riguarda il resto dei finanziamenti, siano cercati dove ci sono, lasciando perdere i "soliti privati": non sempre i loro interessi coincidono con quelli pubblici. Come è noto, per legge le Fondazioni bancarie debbono investire le loro rilevanti risorse nel territorio, per la sua valorizzazione e qualificazione; inoltre esistono moltissimi fondi europei che potrebbero essere intercettati da Verona, il cui centro storico, è bene ricordarlo, è patrimonio mondiale dell’Unesco: a tal fine sarebbe interessante verificare l'utilità del nostro vicesindaco parlamentare europeo.
Naturalmente l'operazione di riqualificazione degli spazi della nostra città non può riguardare solo l'Arsenale. Ci sono tante altre possibili operazioni di restauro, valorizzazione e riqualificazione del nostro patrimonio monumentale, architettonico, artistico, culturale e ambientale, che possono essere prese in considerazione. Ma la "bentornata" scelta di trasferire il Museo di Storia naturale all'Arsenale toglie di mezzo la maldestra idea di trasferirlo a Castel San Pietro, che ha una superficie (mq. 3.666) persino più piccola di Palazzo Pompei, già ritenuto troppo piccolo per il museo. Diventerebbe così possibile arricchire l'offerta culturale e turistica di Verona, con la realizzazione di un Museo della Città, della sua storia, delle sue culture, delle sue eccellenze. Dall'alto del colle si potrebbero vedere gli impianti urbanistici delle varie epoche esposti nelle teche, e controllarli dal vivo dalle finestre. Ci sono infine, all'Università di Verona, competenze e saperi che andrebbero consultati e impiegati per definire un progetto qualificato di Museo della Città: la collaborazione progettuale e attuativa con l'Università sarebbe sicuramente sostenibile da un punto di vista finanziario, e permetterebbe di mettere a pieno frutto le moltissime competenze e intelligenze di docenti e studenti. Naturalmente la collaborazione dovrebbe instaurarsi anche con la Fondazione Cariverona, proprietaria dello stabile, ma anche di una collezione d'arte di varie epoche assai utile per un idoneo allestimento del Museo della Città.