Politica e Democrazia

ELEZIONI REGIONALI DEL VENETO 2015

POLITICA, DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE


L’estraneazione, l’allontanamento dalla politica, lo svuotamento delle strutture di partecipazione, la cancellazione di organi costituzionali di rappresentanza democratica, sono parte di un progetto generale di riduzione degli spazi democratici, di annullamento della coscienza sociale e di offuscamento dell’utilità del conflitto.

Dobbiamo ricostruire coscienza e pratiche partecipative.

I cittadini si allontano dalla politica, e la politica dominante tiene lontani i cittadini dai luoghi delle decisioni, ma senza partecipazione c’è meno libertà e meno democrazia. Da una gestione diversa della politica regionale può venire una spinta a contrastare questa deriva post-democratica.

Per questo proponiamo di:

  • Prevedere esperienze di Bilancio Partecipato e di partecipazione popolare alla definizione di obbiettivi programmatici in materia di urbanistica e di smaltimento dei rifiuti; redazione del Bilancio Sociale della Regione.
  • Referendum regionali, abrogativo e propositivo, che abbiano come quorum di riferimento il tasso di partecipazione alle ultime elezioni regionali.
  • Istituire comitati degli utenti dei servizi pubblici (acqua, trasporti, rifiuti), e forme di partecipazione e controllo nella gestione delle ULSS.

Pensiamo a come i comitati dei pendolari abbiano dimostrato capacità di proposta sul tema del servizio ferroviario, a come sulla natura pubblica del servizio idrico si siano espressi gli elettori al referendum, a come la gestione dei rifiuti passi oggi attraverso il coinvolgimento dei cittadini e della loro quotidianità.

Di fronte ad una tendenza alla liquefazione del sistema democratico, allo svuotamento di tutte le sedi della democrazia e alla verticalizzazione estrema del potere, siamo invece per il riconoscimento del sistema delle autonomie locali, anche attivando il Consiglio delle Autonomie Locali e regolandolo in base a criteri di rappresentatività. 

Siamo per la valorizzazione del ruolo dei Comuni, per politiche di aggregazione che seguano logiche territoriali e non ragionieristiche. Senza pensare di ridisegnare artificiosamente il governo territoriale con aree metropolitane di fantasia che stanno dentro una logica funzionale ai grandi poteri e alle grandi opere, permeate  dunque, da una visione centralistica ed elitaria delle decisioni e dei controlli.

Dopo la riforma delle Province, che hanno consegnato alle dinamiche partitiche il governo di quelle istituzioni, si apre una fase confusa di ridefinizione delle competenze di ciascun livello. 

Vogliamo che la Regione conservi l'importante ruolo legislativo e di coordinamento, demandando a Comuni e Province la gestione dei servizi, rifuggendo così da tentazioni di centralismo regionale.

Commenti