Giovedì 14 marzo è stata approvata in consiglio
comunale la modifica dell’articolo 8 del “regolamento
dell’area di sosta attrezzata per nomadi/sinti Forte Azzano”.
La proposta è firmata dal sindaco Flavio Tosi, già condannato in via
definitiva nel 2009 con altri cinque leghisti, che attualmente ricoprono a
vario titolo diverse cariche istituzionali, per propaganda razzista in seguito
ad una campagna del 2001 contro gli “zingari”, e ha già al suo attivo due
approvazioni: quella della V^ Circoscrizione, nel cui territorio si trova il
campo, e quella della Ia Commissione del Consiglio comunale, a cui è stata
presentata dal comandante della polizia municipale Altamura.
Ecco come recitava suddetto articolo prima della
modifica:
“essere condannati per reati contro il patrimonio e/o le persone, con particolare attenzione alle recidive”
e come recita ora:
“essere arrestati o condannati anche in primo grado per reati contro il patrimonio, le persone e/o la P.A.”
Sembra evidente da una parte l’incostituzionalità di
tale modifica, che lede i principi e i diritti delle persone sancite dalla
Costituzione, laddove l'articolo 27 prevede la presunzione di innocenza fino
all’ultimo grado di giudizio, dall’altra la discriminazione verso una parte
della popolazione, già vittima di pregiudizi e atteggiamenti razzisti.
A nulla sono valsi gli interventi dei consiglieri di
minoranza (PD, SEL, M5S) che hanno denunciato con forza il carattere
discriminatorio e quindi anticostituzionale del provvedimento, prima di uscire
per non partecipare al voto.
Riportiamo qui di seguito la dura condanna del
consigliere comunale di SEL Mauro De Robertis:
Davvero Tosi dev'essere in grosse difficoltà politiche all'interno della Lega se, per rilanciare in qualche modo l'immagine di sindaco-sceriffo e di uomo inflessibile di fronte al pericolo dell'invasione dei diversi, degli immigrati, dei sinti e dei rom, deve ricorrere alla delibera che nei giorni scorsi ha fatto approvare dalla sua maggioranza muta.
Non si spiega diversamente il motivo per cui abbia voluto, e seguito personalmente, l'introduzione nel regolamento che disciplina l'accesso e la sosta nel campo di Forte Azzano, votato nel 2010 e già sufficientemente severo, del divieto a sostare per quanti subiscano un arresto o una condanna in primo grado.
Così, senza motivare (se non con generici e vaghi richiami ai “problemi d'ordine pubblico”) una decisione grave, che scalza per i sinti il diritto che è invece riconosciuto dalla Costituzione a tutti gli italiani e cioè la presunzione di non colpevolezza fino alla condanna passata in giudicato dopo i tre gradi di giudizio, il sindaco e la sua maggioranza commettono un ulteriore atto ingiustificato nei confronti di un'etnia, nei confronti dei più deboli, e perciò discriminatorio e razzista.È vero che il diritto riconosciuto dalla Costituzione può essere compresso da disposizioni amministrative (si pensi alla partecipazione a concorsi pubblici) ma il fatto che non venga applicata tale disposizione ad altre situazioni similari del Comune di Verona (si pensi alle abitazioni Agec dove non c'è alcuna previsione di divieto) lo rende ancora più marcatamente e odiosamente razzista.Nel dibattito in aula consiliare a Tosi è stato ricordato (l'ho fatto io) i suoi precedenti penali per istigazione all'odio razziale, che consiglierebbero un comportamento irreprensibile in materia, e al centrodestra ho rinfacciato il garantismo ma a senso unico che lo pervade, ma si è arrivati al voto ed è andata come era scritto doveva andare.Tosi, in aula, ha tenuto un profilo basso e apparentemente accomodante, arrivando a proporre alle minoranze di togliere la previsione dell'arresto, dal divieto. Proposta che non abbiamo naturalmente accolto.Mauro De RobertisConsigliere comunale SEL Verona
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