LETTERA APERTA AL RETTORE DELL'UNIVERSITÀ, AGLI AMMINISTRATORI DEL COMUNE DI VERONA E AL PROF. ROMAGNANI.


Per la libertà della ricerca scientifica e culturale nell'Università di Verona.

"Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone [...] io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani"
(dal discorso di Benito Mussolini tenuto a Pola il 24 settembre 1920).

Così, come a non tutti è noto, con l'avvento al potere del fascismo nel 1922, la situazione degli uomini, delle donne, dei bambini slavi in quei territori si fa dura. durissima. Come a non tutti è noto, la politica di "bonifica etnica" avviata dal fascismo italiano in quelle regioni, venata di razzismo e di intolleranza, fu particolarmente repressiva e feroce.
Non solo vennero chiuse tutte le scuole croate e slovene e venne imposta l'italianizzazione dei nomi e dei cognomi e di ogni cosa e persona, ma seguirono incarcerazioni, innumerevoli torture ed esecuzioni sommarie di uomini, donne, bambini che avevano il difetto di essere "slavi barbari", e tutto ciò accadde fino alla fine della seconda guerra mondiale. Persecuzioni, massacri e violenze da parte del fascismo italiano sono ampiamente documentati.
Ciò non può impedire di ricordare la tragica e drammatica reazione contro i fascisti italiani e spesso contro residenti italiani che avevano il solo torto di essere parenti,conoscenti di fascisti o semplicemente italiani. Ai persecutori che avevano comunque diritto ad essere processati si sono aggiunte vittime innocenti. Questo è noto e va ricordato. La più barbara e sanguinaria delle repressioni non può permettere vendette sommarie. Questo non è in discussione.
Ma perché amministratori gemellati con quelle genti (Verona e Pola sono gemellate) e persino uomini che dirigono l'Università (luogo per eccellenza che vive o dovrebbe vivere di studio e di ricerca culturale) fanno i riduzionisti o i negazionisti e delle foibe vogliono ostinatamente vedere solo una parte, esclusivamente quella delle vittime italiane e si scandalizzano se ricercatori e studiosi producono gli esiti delle loro ricerche che investigano sui lunghi e tragici anni della feroce repressione fascista italiana in quelle terre?
Un rettore normale, non sottoposto a rigidi schemi ideologici, tendenziosi e di parte, non può censurare la presentazione di ricerche storiche all'interno dell'Università, luogo, appunto, per eccellenza di confronto culturale. Perché si pretende di tenere nascosto il lavoro di una studiosa di storia? Eventualmente, partecipa, ascolta, esamina la documentazione prodotta ed eventualmente, nel merito "scientifico" replica, se c'è da replicare.
Non vorrei che il comportamento censorio del rettore nei confronti del professor Romagnani, che ha permesso la presentazione delle ricerche storiche sulle foibe e su quel contesto storico e politico, fosse frutto di una sorta di subalternità al potere costituito locale, parte del quale non nega la sua nostalgia per il fascismo, e ai nuovi dettami di un certo revisionismo storico, tendenzialmente negazionista o riduzionista dei crimini del nazismo e del fascismo italiano.
Il ricorso a censure e a repressioni nei confronti della ricerca culturale in un luogo come l'università, in un contesto democratico della civiltà del sapere, è inaccettabile.
Al rettore pro tempore dell'università, agli amministratori di Verona che si sono espressi a favore dei metodi censori e repressivi voglio ricordare che hanno un compito da assolvere nell’Università e nella città: far prevalere la ragione, la libera ricerca scientifica, il confronto e la capacita di ascolto, uscendo dagli schematismi rigidi e ciechi del pregiudizio ideologico e politico. La libertà della ricerca non può essere minacciata e repressa da una politica di censure e punizioni. Sarebbe molto meglio che l'ingiustificabile procedura disciplinare nei confronti del prof. Romagnani, fosse immediatamente ritirata. Ne trarrebbe vantaggio il prestigio dell'Università di Verona

Giorgio Gabanizza – coordinatore provinciale di SEL Verona
partecipe con altri amministratori, dalla sua iniziale promozione, del gemellaggio dei Comuni di Verona e Pola.

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