IL KEBAB


Quanto mi piace il kebab!
La prima volta che lo sentii nominare fu nel racconto del viaggio di mia mamma a Berlino tanti anni fa…c’erano ancora i calcinacci del Muro a sporcare le strade di quella meravigliosa città: “A un certo punto siamo andati nel quartiere turco di Kreuzberg, e lì ci siamo mangiati il kebab, un enorme panino con carne arrostita, verdure e salse piccanti. Ti sarebbe piaciuto di certo!” e infatti mi salì l’acquolina in bocca con il grande dispiacere che non avrei potuto mangiarne uno, se non andando a Berlino o in Turchia.
Dopo qualche anno arrivò anche a Verona, il kebab, e da allora mi concedo il piacere di mangiarne qualcuno.
E nel frattempo ci sono andata più volte anch’io, a Berlino, con mio marito Roberto. Nel quartiere di Kreuzberg ci sono due nostri amici che ci accolgono con grande affetto ogni volta che andiamo a trovarli. È un quartiere colorito e festoso…Veronetta all’ennesima potenza…pieno di locali turchi, senegalesi, pakistani, bavaresi e italiani. Li abbiamo frequentati più o meno tutti, ma i nostri preferiti restano quelli turchi con i loro favolosi kebab, i falafel vegetariani. E poi ce n’è uno maghrebino, Rissani, che è entrato nei nostri cuori: lì ormai siamo degli habitué!
Anche qui a Verona ci sono locali in cui si possono mangiare cucine tipiche di altri Paesi e di altre terre del nostro Paese.
E i kebabbari, che ormai son di casa in via Leoncino come in via XX Settembre.
Mi piace molto viaggiare con il mio compagno di viaggio e di vita, perché ci portiamo pezzi delle altre culture parlando con la gente e mangiando le loro cose, entrando per qualche giorno nelle loro quotidianità. Ci sentiamo pezzettini di umanità!
E ci sentiamo pezzettini di mondo anche quando qui ci gustiamo il cous-cous o il kebab.
Ecco perché mercoledì sera, dopo esser subentrata alla dimissionaria capogruppo consiliare di SEL Susanna Morgante, ho votato contro la proposta di modifica al Prontuario per la mitigazione ambientale, un allegato al Piano degli interventi, che introduce in tutto il centro storico il divieto di aprire nuove attività destinate al consumo di cibi etnici…o, più correttamente, tipici!
Il consigliere proponente, Patrizio Violante della lista Tosi, ha dichiarato leggendo il lungo e noioso documento, che questo provvedimento (passato con dieci voti a favore, un’astensione e nove contro…per un pelo!!!) è a tutela della tipicità italiana, del tessuto urbano.
Ma dov’è la tutela del tessuto urbano? Nelle catene di intimo e calze che prendono il posto di antiche librerie? Nelle vie dello shopping che sembrano centri commerciali a cielo aperto?
Nei nuovissimi locali che si chiamano, dicendo bugie, antica osteria?
C’è solo discriminazione ipocritamente mascherata, l’incultura di voler mangiare spaghetti anche in Costa Rica. Il viaggio, lo scambio culturale, sono un’altra cosa!
Lia Arrigoni – capogruppo consiliare SEL in Prima Circoscrizione

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